La P.A. Val d'Arda al Torneo Sanitario dei Tre Confini

È da poco tornato in sede l'equipaggio della Pubblica Assistenza con sede a Fiorenzula d'Arda che ha partecipato al Torneo Sanitario dei Tre Confini, lo sguardo dei volontari è stanco, di chi è rimasto concentrato per lungo tempo, ma soddisfatto del lavoro svolto e dell'esperienza. A far parte della squadra Andrea Amoretti in Pubblica dal 2011, consigliere e formatore Anpas, Fumi Giuseppe, autista soccorritore volontario dal 2012, Ferri Andrea, ignegnere impegnato nel sodalizio dal 2009, Turci Arianna unica donna della squadra e parte trainante delle stessa a detta dei suoi colleghi, e infine Rossi Carlo, medico veterinario anche lui volontario dal 2012.

È prima esperienza al torneo per voi?

Come P.A. Val d’Arda è la prima volta, mentre per Amoretti e Piccoli( che purtroppo quest’anno non ha potuto partecipare)la seconda, lo scorso anno hanno partecipato con gli amici della P.A. Carpaneto Soccorso.

Perché andare al torneo sanitario, come è andato, e qual è l'aria che si respira in mezzo a tante associazioni diverse?

Siamo andati al Torneo Sanitario per fare gruppo, volevamo metterci in gioco e confrontaci con le altre realtà e magari anche divertirci. È stato entusiasmante! Da una parte si viveva la tensione della sfida, dall'altra l'amicizia tra volontari sotto la stessa bandiera dell'Anpas. Per noi è stata un'importante esperienza formativa, abbiamo affrontato prove diverse e da ognuna di queste imparato molto e vissuto situazioni particolari.

Siete soddisfatti della vostra performance? Si dice che le simulazioni siano più difficili da affrontare rispetto alla realtà, perché la concentrazione rischia di essere minore, è vero?

Siamo assolutamente soddisfatti delle nostre prove, anche se la diffierenza tra simulazione e realtà è comunque evidente. Non ci siamo comunque deconcentrati e anzi, abbiamo lavorato tutti in squadra con sinergia ricevendo anche i complimenti dai giudici di gara per la tranquillità dimostrata ed il rispetto dei protocolli. Il problema principale non è la simulazione in sè ma il il fatto che il ferito non sia reale, quindi qualche particolare sfugge per forza.

Avere occhi esperti a giudicare un soccorso aumenta la difficoltà?

Siamo abituati ad avere persone che osservano, basta pensare al pubblico che si avvicina quando interveniamo su un incidente stradale, soccorrere avendo a disposizione un tempo limitato ed occhi esperti che giudicano non aumenta la difficoltà, aumenta invece la tensione.

Avete visto le altre squadre? Quale pensate sia il punto di forza della vostra associazione e invece cosa avete invidiato?

Non siamo riusciti a vedere bene le altre associazioni, partecipano da più anni e quindi sicuramente conoscevano il torneo. La tranquillità e l'atteggiamento sereno sono stati il nostro punto di forza che ci ha permesso di portare a buon fine le simulazioni.

 

Le prove totali che abbiamo sostenuto sono 6:(in collaborazione con vv.ff.protezione civile e soccorso alpino)

 

- regolamento di conti( paziente contuso chiuso nel baule di un auto)

 

- incidente soccorso alpino ( alpinista ferito durante esercitazione in parete)

 

- softair ( ragazza in shock anafilattico da morso d’insetto)

 

- operaio schiacciato (paziente investito da rotoballa)

 

- la gioia dei mondiali ( collutazione tra tifosi al bar...di cui uno psichiatrico)

 

- infortunio sul lavoro ( paziente svenuta in un canale di scolo)

Noi ci siamo classifiati 7° insieme ad altre 11 pubbliche di tutta Italia. Vorremmo ringraziare gli organizzatori del torneo, organizzato in modo impeccabile.

 

 

 

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