Dopo l'accorpamento della centrale del 118 di Piacenza a quella di Emilia Ovest, con Parma e Reggio, oggi avviene un'altra piccola rivoluzione nel mondo del soccorso sanitario. A essere coinvolti non saranno i protocolli di soccorso o i criteri di invio dei mezzi ma le emozioni e i ricordi dei volontari. Fino a ieri infatti le ambulanze di molte associazioni venivano attivate utilizzando un nome presso dall'alfabeto militare seguito da un numero: la Croce Bianca di Piacenza era Bravo 6, le Pubbliche di Castel San Giovanni, Ponte dell'Olio e Travo prendevano rispettivamente "Tidone 4", "Valnure 16" e "Valtrebbia 6" secondo la valle di appartenenza.
Da stamattina ogni ambulanza messa a disposizione del 118 cambierà nome acquisendo quello del paese di partenza e il numero 1. Se per alcune postazioni cambierà poco o niente per ben 8 Anpas sulle 15 che svolgono emergenza, 13 associazioni più i due distaccamenti di Vernasca e Lugagnano della pubblica Val d'Arda, sarà una variazione all'insegna della malinconia.
Per ogni volontario l'ambulanza non è solo un furgone con una dotazione particolare ma una vera e propria compagna di esperienze intense. "Abbandonare il nome storico del mezzo è come abbandonare un compagno di viaggio lungo il percorso" afferma Paolo Rebecchi, coordinatore di Anpas Piacenza "La richiesta ci arriva direttamente dalla centrale del 118 con lo scopo di ridurre in modo ancora più incisivo eventuali errori di comunicazione. Fa parte della nostra missione mettere in campo noi stessi per uno scopo più alto che è il bene delle persone che ogni giorno soccorriamo. Non potevamo quindi sottrarci a una richiesta così importante".